L’intervistata in questo episodio è la network professionista Federica Preda.
Federica svolge l’attività di network marketing da 3 anni (dal momento in cui esce l’intervista) e nonostante la sua giovane età è già una vera e propria leader.
In questa intervista Federica ci racconterà la sua esperienza in questo settore e scoprirai:
-Quali sono i punti di forza dei giovani nel network marketing e perchè i giovani dovrebbero iniziare questa attività
-In che modo si dovrebbe iniziare con il piede giusto l’attività di network
-Come Federica guida e motiva il suo team
E tanto tanto altro…
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-Breve riassunto in Versione Scritta-
Ciao, raccontaci qualcosa su di te, sul tuo background e di com’è iniziata la tua avventura con il network marketing…
Ho iniziato 3 anni fa, quando avevo 21 anni.
Hanno iniziato a contattarmi un po’ di persone. Io non sapevo nulla di network marketing, non sapevo nulla di nulla, ero solo un’estetista. Prendevo €400 al mese lavorando 8/9 ore al giorno, quindi all’inizio non ho dato peso agli amici che mi proponevano il network.
Ad un certo punto arriva mia sorella che mi dice…
“Fede ho tra le mani una grande opportunità”
Lei entra a casa con degli energy drink in lattina e mi dice…
“Fede valuta la, è un’opportunità, se sponsorizzi vieni pagata per questo.”
All’inizio sono stata al gioco, mi sono detta… sai io sono una sportiva facevo pallavolo ai tempi “Dammeli così almeno riprovo sul campo”
Ed effettivamente il livello di energia e concentrazione è aumentato in modo incredibile.
Avevo veramente tanta energia, allora la richiamo e le dico…
“Effettivamente il prodotto funziona, adesso che cosa dovrei fare lei?”
Mia sorella non sapeva spiegarmelo perché faceva la fisioterapista, ma non sapeva nulla di Network Marketing.
Ho iniziato proprio così a fare network marketing, per gioco… e poi mi sono motivata guardando i video americani perché non c’era nessuno in Italia che facevo questo e mi sono ispirata a loro.
Quindi tu all’inizio eri semplicemente una cliente?
Sì inizialmente ero anche un po’ scettica e quindi mi sono detta… “boh vediamo se il prodotto funziona”, ancora prima di pensare business, anche se ai tempi la prima cosa che mi ha allettato era proprio il fatto di sponsorizzare qualcosa e guadagnarci…perché alla fine lo facciamo gratis tutti i giorni.
Qual è stato il fattore motivante principale che ti ha spinto ad iniziare questo percorso?
All’inizio la cosa che mi è piaciuta di più era il team.
Mi ero appena lasciata con il mio ex moroso e l’economia non andava per niente bene. E sono arrivata fino a un certo punto dove eravamo 5 – 6 ragazzi ed è entrata quella sinergia in cui avevamo gli stessi obiettivi, le stesse energie, le stesse motivazioni. Allora mi aveva motivato proprio quello… e mi ha fatta andare avanti proprio il fatto che eravamo in 5 ma eravamo motivatissimi, neanche Mark Zuckerberg penso non era così motivato ai tempi 🙂
Come è stato il passaggio dal tuo lavoro di estetista a quello di dedicarti a tempo pieno al network?
Guarda, non ci ho proprio pensato perché quando hai uno stile di vita in cui decidi tu gli orari, non hai capi… io venivo da una situazione in cui addirittura mi veniva il magone prima di entrare al lavoro ma come capita il 99% degli italiani e ai lavoratori in generale perché in tanti ad oggi sono comunque abituati a fare un lavoro ma non perché piace davvero, ma perché devono. E io ero arrivata ad un certo punto in cui non stavo più facendo quello che mi piaceva, ma perché dovevo farlo e la paga era di €400… allora mi sono detta… “non mi interessa voglio fare network marketing full time.”
Quali sono a tuo parere gli errori più diffusi che commettono i networker?
Lasciare le persone al caso.
C’è chi inserisce le persone e poi non insegna nulla.
C’è chi dice… “ah sì guarda adesso che ho provato il prodotto adesso vai a spiegarlo”
E’ come se io volessi fare la barista e vado al bar mi mettono lì a fare il lavoro senza sapere nulla.
Il Network Marketing è un lavoro e questo purtroppo non viene passato alle persone.
Il Network Marketing è un lavoro, è un lavoro bellissimo, io lo adoro… è uno stile di vita che nessuno ti dà, al di là dei soldi… quindi anche gli amici, i viaggi ecc…
Però è un lavoro.
Le persone si devono mettere in testa che se vogliamo diventare professionisti nel network bisogna seguire i propri collaboratori, al di là di quello che faranno o non faranno… all’inizio, i primi sei mesi sono cruciali e bisogna seguire le persone assolutamente.
Altro l’errore che fanno alcuni networker è che non si formano.
Dicono agli altri cosa devono fare ma poi sono loro stessi che non non mettono in pratica.
Sl cosiddetto leader è colui che dà sempre l’esempio ed è sempre il primo che prende appunti.
Qual è il principale errore che tu hai commesso quando hai iniziato?
Prenderla sottogamba.
Dicevo… “sì dai condividiamo con tutti, diciamolo a tutti, raccontiamo l’opportunità”, ma tutto giocando..
Non ho ascoltato assolutamente le persone che erano vicino a me perché erano appena partite anche loro.
Quindi la lista nomi me la facevo tutta solo mentalmente e in questo modo mi sono bruciata il mondo.
Ad oggi quando insegno alle persone cosa vuol dire fare network, le chiamate, la lista nomi io dico…
“Ragazzi io 3 anni fa facevo tutto il contrario e mi sono bruciata tutto il mondo”.
Quando hai capito che stavi commettendo questi errori?
Bella domanda. Io facevo tantissime presentazioni a casa (e tutt’oggi le faccio) dopo il quinto mese che ero in attività ho fatto una presentazione in casa… eravamo una ventina/trentina di ospiti tra cui uno di un’altra azienda.
Io stavo spiegando il piano compensi e i prodotti e questo ragazzo con altri miei ospiti escono e e lui ha spiegato loro giusto due cose del suo network che io magari non avevo spiegato o non avevo detto magari delle differenze (magari perché potesse essere più buona la nostra rispetto a quell’altra)… sta di fatto che la mancata informazione da parte mia ha fatto sì che tutti questi ragazzi passassero poi all’altro network.
Mi sono vista in pratica venti e passa persone andare via.
E lì è stato brutto perché dici … “già è difficile iscrivere la gente all’inizio, in più ti portano via le persone.”
Da quel momento mi sono detta “devo crescere io.”
Ed ecco un altro errore che fanno tanti networker… alle prime difficoltà si arrendono e dicono che il network non funziona.
Invece sei tu che non hai funzionato, sei tu che hai delle lacune e non puoi pensare di avere una grande organizzazione se tu hai la testa piccola.
Qual è l’obiezione che più spesso hai sentito dire quando hai cercato di reclutare?
Guarda le obiezioni sono più o meno sempre le stesse però quella più frequente è quella che definisco… “Ah, quella cosa lì…”
Ormai è un’obiezione che non me la pongono perché vedono che per me il metodo ha funziona, che ho ottenuto risultati.
Ma questa obiezione viene fatta soprattutto ai neofiti… “ah sì ma quelle cose lì…”
Ma dico io… “Quelle cose lì cosa?”
Alcune volte vorrei dire… “Ma di che cosa state parlando?”
Perché c’è una disinformazione a livello globale allucinante.
Quando abbiamo fatto una cena con dei leader aziendali a Vienna, eravamo seduti a dei tavoli rotondi con tedeschi, americani ecc… allora la prima cosa che ho chiesto io a loro era…
“Ragazzi anche voi avete le stesse obiezioni o solo in Italia le abbiamo?”
E mi hanno detto…
“No Fede, guarda vai tranquilla che le abbiamo anche noi… la piramide, la catena, sono tutte obiezioni uguali.”
Poi tutte le altre sono più che altro scuse… tipo non ho tempo, non ho soldi.
Come cerchi di seguire e motivare il tuo team?
Sicuramente tramite dei corsi di formazione che teniamo sempre noi, perché noi abbiamo un modo mega semplice di parlare e di formare, quindi facciamo sempre noi sul campo la formazione…
Ovviamente appena partono delle persone nuove facciamo una zoom call dove cerchiamo di aiutare i ragazzi e facciamo training sempre tramite zoom con 500 persone come quelle che avremo questa sera.
Poi per motivare faccio leggere libri.
Comunque la cosa più importante è che cerco di motivare il mio team con l’azione… noi diciamo sempre… “Massive action 365 Days Run.”
Come preferisci lavorare? Online, offline o in entrambi i modi?
Io lavoro nettamente offline perché ho sempre visto i numeri lavorando offline e credo che nel network più hai un rapporto personale con le persone e meglio è.
Perché dietro un computer comunque è sempre più facile, quando ti trovi invece davanti e 10, 20, 200, 2000 persone allora lì è un’altra cosa.
Io preferisco lanciare i ragazzi e parlare in pubblico così crescono loro e questo serve anche nella vita in generale… perché a me ha stravolto in generale il modo di parlare.
Pensa che io non parlavo nemmeno davanti i miei professori.
E comunque anche un pochino online chiaramente e l’importante.
E chiaramente comportarsi in modo adeguato perché è chiaro che se io metto su Facebook e animali che non stanno bene, gattini morti o comunque un “Facebook non attrattivo” diciamo e se invece metto delle foto belle, dei bei paesaggi, dei viaggi allora le persone saranno più invogliate a seguirti – perché comunque parliamoci chiaro… a tutti piacerebbe viaggiare un pochino, avere un’indipendenza economica – allora io cerco di postare cose positive però non utilizzo come metodo di lavoro i social.
(si consiglia di ascoltare/guardare l’intervista integrale…)
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